Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV)

La Conferenza Stato-Regioni sancisce l’intesa sulle linee guida inerenti i rischi di esposizioni alle Fibre Artificiali Vetrose e le misure di prevenzione. Gli effetti sulla salute, la gestione dei rifiuti e le indicazioni operative nell’utilizzo di FAV.

Con l’acronimo FAV (Fibre Artificiali Vetrose) si intende un vasto sottogruppo di fibre inorganiche che, con la messa al bando dell’amianto, hanno assunto una grande rilevanza commerciale – nei settori dell’edilizia, del tessile e dei prodotti plastici –  in relazione alle loro caratteristiche di isolamento termico e acustico.

Sono le fibre/lane di vetro, le lane di roccia, le lane di scoria, le fibre ceramiche refrattarie (FCR) e le lane di nuova generazione (AES, HT wool) e costituiscano, attualmente, il gruppo di fibre commercialmente più importante di tutte le fibre artificiali inorganiche

Possono essere cancerogene, sulla base di proprietà pericolose che variano in merito:

  • alla composizione, in quanto le fibre con basse concentrazioni di ossidi non sono biosolubili e quindi sono trattenute dall’organismo, dando luogo a effetti tossici
  • alla dimensione delle fibre, in quanto le fibre più piccole sono in grado di penetrare profondamente all’interno delle vie respiratorie

Prevedono misure di tutela specifiche per coloro che eseguono attività in grado di determinarne un possibile contatto, come da “Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute” approvate il 10 novembre 2016 dalla Conferenza Stato/Regioni

Le FAV devono essere smaltite come rifiuto, dopo averle classificate con specifici codici CER che ne descrivono le caratteristiche:

  • 06.03* (rifiuto speciale pericoloso)
  • 06.04 (rifiuto speciale non pericoloso)
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